“Quando ho varcato la soglia, la casa mi è saltata addosso. Succede sempre con questo cumulo di mattoni e sporcizia, piomba su chiunque attraversi la porta e gli strizza le budella fino a togliergli il fiato”. Con più di cinquanta ristampe “Il Tarlo”, scritto da Layla Martínez e pubblicato da La Nuova Frontiera con la traduzione di Gina Maneri, è stato in Spagna un vero e proprio caso editoriale. In questo romanzo ci sono una nonna, una nipote e una casa. La nonna è temuta da tutti perché può lanciare malefici. Di lei dicono che dorma in una cassapanca e si lavi nuda sotto la pergola. La nipote è appena uscita dal carcere, è arrabbiata e si alterna alla nonna nel raccontare una storia di famiglia, di memoria, di vendette e fantasmi, fino all’ultimo, tremendo delitto. La casa sussurra, si restringe e si dilata come il polmone di un grande animale. È piena di fantasmi che si trovano ovunque: nelle credenze, sotto il letto o le piastrelle del pavimento, nascosti nella calce dei mattoni. Ombre che sussurrano, tirano i capelli, afferrano le caviglie e ricordano sparizioni mai risolte. Un romanzo gotico dal ritmo serrato e incalzante, o se vogliamo una fiaba oscura, feroce e spietata che si fa leggere tutta d’un fiato.